
“Dalle Mani delle Donne” Mani che danno vita
è un progetto fotografico che avevo nel cassetto da anni, le mani delle donne che lavorano mi hanno sempre affascinato e ritengo che ora sia giunto il momento di dare loro una forma visiva tangibile attraverso i miei scatti, poiché nel periodo storico di questa pandemia che stiamo affrontando da lungo tempo oramai, è e sarà, secondo me, la motivazione per molte donne di ricominciare a ripensare a un nuovo modello di lavoro, per un nuovo rinascimento che parte proprio da noi donne, dalle nostre mani.
I dati Istat ci riportano che a causa del Covid-19 più di 450mila donne in Italia hanno perso il lavoro e l’attualità è caratterizzata da dati allarmanti sull’occupazione femminile post pandemia un “record” tra i più negativi in Europa. Sono le Donne a pagare il prezzo più pesante della crisi del crollo occupazionale nell’Italia messa in ginocchio, un affare soprattutto femminile che ha a che fare con la natura del lavoro stesso. Le donne sono impiegate soprattutto nei settori che più di tutti stanno vivendo la crisi, diventandone vittime sacrificali.
Ed è per questo che la Mostra intende raccontare storie di donne che con le mani stanno riscrivendo il futuro, con fiducia nelle proprie capacità e professionalità.
In esposizione 26 immagini in bianco e nero, di grande formato, sviluppate in verticale. Scatti simbolici su mani di donne che lavorano. Ogni foto mette in primissimo piano le mani, che rappresentano lo strumento di emancipazione e affermazione personale nel lavoro e nella vita.
Il progetto è stato concepito e sviluppato durante il lockdown nel periodo Covid-19, sulla base del fatto che più di 430.000 donne hanno perso il posto di lavoro. Dunque, il messaggio che vorremmo condividere, è sottolineare attraverso mani femminili che lavorano, una sorta di rinascita e di vita.
I dati sotto riportati non lasciano spazio all’immaginazione, sono la fotografia della cruda realtà che abbiamo davanti a causa dell’onda lunga del Covid-19, e sono un punto di partenza per prendere in seria considerazione la problematica sociale che ci troviamo davanti, siamo nudi di fronte a tutto ciò; e non possiamo far altro che rimboccarci le maniche, fare sistema e partire dal cumulo di macerie in cui ci siamo ritrovati, pensando a un nuovo mondo, a un nuovo modello di lavoro per molte donne che il lavoro l’hanno perso, ricominciando proprio dalle mani, come uno strumento davanti ad un foglio bianco da scrivere daccapo.
A causa del Covid più di 400mila donne in Italia hanno perso il lavoro
Con la crisi causata dal Covid-19 in Italia sono 402mila i posti di lavoro persi dalle donne tra aprile e settembre 2020. Numeri altissimi che rapportati a quelli del resto d’Europa pongono il nostro paese al secondo posto per calo dell’occupazione femminile: secondo quanto riportato dai “Consulenti del lavoro”, rispetto a un calo del 4,1% delle addette tra i 15 e 64 anni in Italia, in Europa il numero è sceso “solo” del 2,1%: “Dopo la Spagna, il nostro è il Paese con la contrazione più elevata” Sono 402mila i posti di lavoro persi dalle donne in Italia tra aprile e settembre del 2020 a causa della pandemia da Coronavirus: la denuncia arriva dai Consulenti del lavoro che spiegano come quello italiano sia un “record” tra i più negativi in Europa. Peggio del nostro paese infatti solo la Spagna, in Italia infatti, a fronte di un calo percentuale del 2,1 negli altri paesi europei, in Italia la percentuale è quasi doppia: 4,1 per cento. La fascia presa in considerazione è quella delle addette tra i 15 e 64 anni. L’Italia seconda in Europa per calo dell’occupazione femminile. Secondo i Consulenti del lavoro nei mesi di aprile-settembre 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente l’occupazione femminile in Italia è diminuita di “103.000 unità, registrando una contrazione del 6,4 percento, praticamente il doppio di quella registrata dagli uomini”. A preoccupare è il rapporto rispetto agli altri paesi in Europa: “In nessun Paese europeo si è assistito ad un calo così forte – si legge nel report che è stato diffuso a due giorni dall’8 marzo – in media, le autonome sono diminuite dell’1,6 percento”. Un dato che non si distanzia di molto da quello degli uomini che si attesta all’1,9 percento. Lo studio dei Consulenti ricorda che nel 2020 l’Italia avrebbe dovuto raggiungere i target previsti dalla Strategia Europa 2020 con l’innalzamento del tasso di occupazione al 67 percento.
Il dramma dell’occupazione femminile in Italia. Secondo quanto analizzato dal report a giocare un ruolo fondamentale sarebbe stata la crisi del settore turistico e delle attività ristorative e commerciali dove l’occupazione delle donne è maggiore. E, dall’altro, va tenuta in considerazione la “fragilità” del segmento ‘rosa’ indipendente, elemento suffragato, evidenziano i professionisti, da “una recente indagine svolta da Eurostat sul lavoro autonomo nei Paesi membri”, secondo cui “il 17,5% delle italiane che esercita attività in proprio lo fa per un solo committente”, percentuale, questa, “quasi doppia rispetto alla media europea (9,2 percento), ma anche la più alta del continente”, si legge, infine.
La mostra fotografica, organizzata dall’associazione culturale BellaVista, è stata inaugurata il 20 novembre 2021 presso la Sala Museale E. Possati del complesso storico del Baraccano a Bologna, con il patrocinio del comune di Bologna Quartiere Santo Stefano e di AICS e sponsorizzato da Coop Alleanza 3.0. L’obiettivo, che poi è il nostro slogan, è “Andiamo incontro alle Persone”, prevede che la mostra venga allestita in altri spazi durante l’anno 2022. Il progetto espositivo si comporrà di 25 immagini in grande formato alte 2 metri e larghe 80 cm sviluppate in verticale e, a seconda degli spazi che successivamente alla mostra in sala museale saranno messi a disposizione, potrebbero essere esposti all’esterno o in gallerie di passaggio. Sono scatti simbolici con focus e zoom su tre sequenze, una sorta di cortometraggio in bianco e nero, su mani di donne che lavorano in varie e diverse attività che hanno aderito con entusiasmo al progetto.
Pensiamo inoltre che la cultura dovrebbe essere rivolta a tutti . Cultura non significa titolo di studio di ma piuttosto essere di mente aperta, indipendente e con i giusti strumenti di lettura e di analisi. E oggi, proprio a causa del Covid–19 e del suo protrarsi, e di tutte le misure di sicurezza che un evento richiede: dal luogo espositivo, ai visitatori, al distanziamento il progetto viene appunto proposto su stampe in grandi formati da installare anche in aree esterne, per non chiudere la mostra dentro luoghi che altrimenti una moltitudine di persone non avrebbe mai la possibilità di visitare. Poiché certe problematiche riguardano tutti, sono tra di noi, per la strada e in ogni luogo. Indistintamente.
Tiziana Anaizit Marongiu – Alessandra Lepri Ufficio Stampa
https://www.ansa.it/canale_viaggiart/it/regione/emiliaromagna/2021/11/20/fotografia-bologna-dalle-mani-delle-donne.-mani-dautore_6c0e1de7-8642-4775-8ecb-35fab7f4d811.html
https://www.bolognatoday.it/foto/cronaca/dalle-mani-delle-donne/