Dalle Mani delle Donne on the roaddal 24 giugno al prossimo 12 luglio la storica e riconosciuta dal FAI Villa Achillini a Sasso Marconi ospita la mostra fotografica ” Dalle Mani delle Donne”Partita il 21 novembre scorso dal Complesso del Baraccano del Quartiere Santo Stefano di Bologna , passando a marzo e maggio di quest’anno per due gallerie commerciali: Centro Lame e Centro Nova con la partnership di COOP ALLEANZA 3.0, approderà in data 24 giugno presso la storica Villa Achillini a Sasso Marconi (Bo).Ad ogni tappa “le mani” delle donne, suggestivi ritratti in bianco e nero focalizzati sulle mani, strumenti di lavoro ed emancipazione, aumentano, come in un immaginario cerchio che si allarga sempre di più, coinvolgendo donne che svolgono lavori, da quelli tradizionalmente femminili fino a lavori che un tempo erano solo appannaggio maschile. Un prendersi per mano assolutamente inclusivo.Le mani delle donne strumento di affermazione personale nel lavoro e nella vita. Ringraziamo la Città di Sasso Marconi il SindacoRoberto Parmeggiani per la concessione del Patrocinio e la disponibilità dell’ufficio Stampa all’organizzazione della conferenza stampa.La Pro Loco di Sasso MarconiIl FAI Fondo Ambiente Italia Delegazione di Bologna – Gruppo Appennino BologneseVilla Achillini: Terry Zanetti Direttrice Artistica e Coordinatrice Culturale della villaAlessandra Lepri Ufficio stampaCOOP ALLEANZA 3.0Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna VILLA ACHILLINI un po’ di storiaVilla Achillini si trova sopra i resti delle antiche fortificazioni di Castel del Vescovo, uno dei nuclei dell’attuale Sasso Marconi. La torre centrale è il perno della villa, che era posta a protezione del borgo e dell’accesso al fortilizio sulla sommità del colle, luogo più protetto che comprendeva anche la piccola chiesa di San Pietro, non più consacrata. Nel ‘500 molti antichi fortilizi medievali vennero trasformati in dimore private, diventando anche i cardini nella gestione della campagna. Il territorio infatti era molto ricco di vigneti, frutteti, campi grano, e coltivazioni di gelsi per la produzione della seta.Giovanni Filotteo Achillini, persona di multiforme ingegno, costruì all’inizio del ‘500 la villa, di cui si ignora la forma originale, perché le prime piante conosciute sono relative alle ristrutturazioni apportate dal nipote Claudio tra il 1619 ed il 1630.L’ampia loggia di ingresso che corre parallela alla facciata, unendo le stanze poste ai lati, mantiene l’assetto cinquecentesco. La loggia era usata anche come disimpegno per le varie stanze che vi si affacciano, e comprende anche l’accesso allo scalone molto spazioso che conduce al piano nobile. La torre è la parte più importante, simula la rifondazione del vecchio castello, ma solo in senso metaforico. La gente del paese, da sempre, riconosce come “Castello” l’edificio, tanto che la strada secondaria di accesso si chiama “Via del Castello”.Esiste un rapporto stretto tra palazzo e giardino, che era considerato un elemento indispensabile. Filotteo ne aveva ben due, uno attorno alla villa e uno più distante, sopra un’altura. Era presente anche una peschiera, usata sia a scopo ornamentale che per allevare pesce.La villa nell’800 subì pesanti interventi di restauro, sia all’esterno che soprattutto all’interno. All’esterno vennero rimossi i merli e la pergola di ingresso, per adeguare la villa al gusto neoclassico. Vennero anche recuperati alcuni passaggi sotterranei e trasformati in grotte, secondo i dettami estetici dell’epoca.All’interno vennero coperte le decorazioni originali, sostituite da un apparato tipicamente neoclassico.Alla destra dell’ingresso si trova una stanza con l’affresco di un auriga che dialoga col Bene e col Male, mentre la stanza sicuramente più importante è affrescata come un giardino, secondo la tipologia delle “boscherecce”, molto diffuse nel periodo neoclassico, probabile opera di Rodolfo Fantuzzi. Nel salone si nota la presenza di grottesche tipiche del primo Ottocento.La proprietà nei secoli passa dagli Achillini ai Facchinetti, poi ai Doria Panphili, poi al Principe Colonna, e successivamente all’antiquario Monti, che è l’autore degli interventi del periodo Neoclassico.Attualmente la Villa è di proprietà della famiglia Fanti, importanti imprenditori e mecenati del territorio.I grandi protagonistiGiovanni Filotteo Achillini (1466 – 1538) fu un influente personaggio della Bologna dell’epoca, e tra i suoi testi più famosi si ricordano il Viridario ed il Fedele.Viaggiò frequentemente in Italia, conoscendo principi e letterati, mantenendo come centro della propria attività Bologna, nella quale assunse più volte cariche pubbliche.Nel 1511 fondò l’Accademia del Viridario, la prima in Italia dotata di statuto.Il nipote Claudio Achillini (1574-1640) dopo la laurea in Giurisprudenza divenne un famoso giurista. Insegnò Diritto alle Università di Bologna, Ferrara e Parma, ottenendo fama e lauti compensi, che gli permisero di vivere senza preoccupazioni economiche e di dedicarsi anche alla Letteratura. Nel 1622 gli giunse l’invito ad entrare nell’Accademia dei Lincei, la più importante accademia italiana del Seicento, a conferma della sua notorietà. Ereditò la villa nel 1618, iniziando subito i lavori di ristrutturazione secondo i suoi gusti. Avrebbe dimorato volentieri presso la sua villa, ma i tanti impegni fuori Bologna non glielo permisero in maniera continuativa.Alla sua morte, avvenuta in villa, fece seguito la traslazione della salma, che venne inumata nella chiesa di San Martino Maggiore.Dispose di lasciare la villa a Monsignor Cesare Facchinetti.L’OratorioNel 1630 Claudio Achillini costruì l’Oratorio di Santa Apollonia (che faceva parte dello stesso complesso, e fu donato alla parrocchia di San Pietro dall’ultimo proprietario) per ringraziare dello scampato pericolo dalla peste. Nell’oratorio sono ancora custodite due lapidi che ricordano il motivo della costruzione. La facciata dell’oratorio è suddivisa in due parti da modanature poggianti su lesene e termina in alto con un timpano. Ai lati dell’ingresso sono presenti due finestre con inferriate, attraverso cui è possibile ammirare l’interno dell’oratorio. Il portale dell’edificio è una pregevole e fantasiosa opera in arenaria del Sasso, con un arco ribassato rivestito da una fascia a girali. Una trabeazione sorregge il frontone da cui si dipartono due volute che cingono una lapide posta in posizione centrale. Al centro dell’architrave due volatili affrontati, stemma della famiglia Achillini. L’interno è costituito da una sola navata e termina in un piccolo deambulatorio che funge da sacrestia.I recenti lavori hanno riscoperto un interessante pavimento alla veneziana, che era stato coperto da uno strato di cemento. Al centro della decorazione campeggia una stella con la data di posa, 1865, anno della visita pastorale.Nell’abside è collocata una statua in gesso di S. Apollonia incoronata da un angelo. La santa, che ricorda i modi dello stuccatore parmense Luca Reti, ha in mano un paio di tenaglie, utilizzate dai suoi carnefici per strapparle la dentatura. Per questa ragione è diventata la protettrice dal mal di denti. Coordinamento e Direzione Artistica Terry Zanettiterryzanetti63@gmail.com Ufficio Stampa Alessandra Leprialessandra@alessandralepri.it